Campo famiglie 2010 - Sulle orme di Francesco: la strada verso la libertà
Assisi 15/22 agosto 2010
Cosa ha spinto 17 famiglie per un totale di 91 persone suddivise in 35 adulti e 56 figli dai 5 mesi ai 18 anni a mettersi in cammino per una settimana verso la terra di san Francesco?
Perché scegliere un pellegrinaggio che per tema ha avuto la ricerca della “strada verso la Libertà” e come si è potuto intraprendere un cammino di questo tipo?
Ognuno di noi nelle proprie bisacce aveva inserito, prima della partenza, le sue aspettative, i suoi desideri, le proprie attese per un’esperienza che comunitariamente non avevamo mai fatto. Un pellegrinaggio che sicuramente doveva essere a misura di famiglia, che doveva rispettare i tempi e le esigenze di tutti e che come obiettivo si prefiggeva di aiutare dal più piccolo al più grande ad interrogarsi sulle proprie scelte, prima su tutte il vivere la comunità di cui si fa parte, il Venite alla Festa e vivere la propria esperienza personale e di famiglia con un uno sguardo nuovo.
Sono state identificate tre momenti della vita di San Francesco, che come icone, ci hanno guidato in questo cammino e sulle quali con l’aiuto di don Douglas e alcune famiglie abbiamo riflettuto attraverso incontri significativi, giochi, esperienze suddivise per fasce d’età, preghiere, messe quotidiane, riflessioni e condivisioni.
La strada verso la cavalleria, momento della vita di Francesco in cui fatto prigioniero inizia ad interrogarsi e a leggere le proprie esperienze con una luce nuova. Questa strada ci ha condotto a scoprire che i campi di battaglia più aspri li viviamo in noi stessi, che si tratta di una lotta interiore con il peccato che assedia ognuno di noi in ogni momento della nostra esistenza.
La strada verso la scelta che abbiamo identificato in San Francesco davanti al crocefisso di San Damiano, esperienza percorribile solo attraverso una preghiera autentica, intesa come atteggiamento del cuore , che porta ad essere rivolti a Dio in ogni momento e in ogni luogo. Abbiamo vissuto una mattina di deserto personale sull’Isola Maggiore , abbiamo sperimentato che se il corpo ha necessità di respirare e nutrirsi , il cuore dell’uomo ha bisogno di attingere, nella preghiera, allo Spirito del Signore, per non morire, per non indurirci.
La strada verso la comunità è stata per il Santo certamente un avvenimento non cercato, non aspettato ma che per Lui come per ognuno di noi diviene luogo privilegiato in cui vivere la chiamata a seguire Cristo, in cui sperimentiamo la consapevolezza che tra noi e l’altro, tra noi e l’amico c’è un terzo: Dio.
In questo pellegrinaggio abbiamo viaggiato, pregato, mangiato, cantato insieme, riso e pianto, comunitariamente, come nel Salmo 122, in cui tutti si dichiarano fratelli e amici, pieni di gioia di stare insieme.
Abbiamo scoperto un Francesco diverso, certamente capace di ascoltare in profondità e di rispondere con immediatezza ma innegabilmente più forte di noi nel dare un volto a quella voce che chiama, più spesso di quello che ci immaginiamo e ancora diverso da noi che, se chiamati, ci preoccupiamo dell’opinione degli altri, di cosa diranno, di cosa penseranno. Francesco ha incontrato Dio e questo gli è bastato.