La settimana comunitaria
Tra i momenti che caratterizzano il nostro stare insieme c'è quello della Settimana Comunitaria, 5 giorni in cui "diventiamo un'unica famiglia" condividendo spazi, tempo, attività quotidiane e relazioni.
La settimana comunitaria è caratterizzata da un tema che dà il titolo a questi giorni e che attraversa tutte le attività. La settimana si conclude con una festa alla quale sono invitate a partecipare tutte le persone che per motivi diversi abbiamo incontrato, incontriamo o vorremmo incontrare.
Cosa spinge venti famiglie a modificare ritmi e abitudini proprie, così peculiari e faticosamente conquistati, scommettendo sul beneficio di investire su un tempo che da privato diviene luogo di condivisione, un tempo comunitario?
Non è una scelta che può essere effettuata in fretta, perché necessita della capacità di regalare di se dimensioni che spesso non concediamo nemmeno in famiglia, ed è frutto di un percorso che è sì di conoscenza, ma ancora di più di fede: non solo nel senso etimologico del termine, perché ci si fida di coloro a cui affidiamo il nostro tempo, ma anche ed esattamente di un percorso in cui solo nella preghiera insieme, cadenzata nel corso di anni e divenuta quotidianità, ci è stato dato di imparare a gustare il dono che viene dall’alto, di percepire il senso del cambiamento del nostro stare insieme.
Perché solo un dono del Signore può permettere, sotto il cielo della preghiera, di annullare le nostre diversità, non farci sentire il peso delle nostre differenze, perdere le peculiarità delle nostre specifiche posizioni nella società per trasformare tutti, indistintamente, in ciò che siamo veramente: solo ed esclusivamente figli di Dio, finalmente uguali alla luce del suo Spirito, finalmente liberi di essere esattamente ciò che siamo, e possibilmente capaci di accoglierci, ricollocando e ridimensionando il peso della sopportazione delle nostre differenze.
Perché il senso comunitario permette proprio di perdere le sovrastrutture senza perdere l’identità, che è quella della nostra unicità di figli e della bellezza dell’essere fratelli, se ciò che siamo diviene dono per gli altri, il nostro contributo alla nostra allargata famiglia di famiglie, in cui la capacità del sorridere gli uni degli altri non si paga perché anche in esso si percepisce la dimensione del dono di Dio che si deve gustare a fondo.