"Bibbiano: dubbi e assurdità. Hanno ucciso Hansel e Gretel" è il primo libro che cerca di inquadrare criticamente il processo giudiziario e mediatico che ha coinvolto fortemente l'opinione pubblica, che ha scatenato una pesantissima gogna contro un gruppo di operatori trasformandoli sin dalla fase delle indagini in "colpevoli in attesa di condanna".
È la prima voce che effettua un'analisi e fornisce una documentazione differenziandosi dall'unanimismo colpevolista che si è registrato in questa vicenda.
Il processo giudiziario e mediatico sul caso di Bibbiano, prima ancora di accedere ad una fase dibattimentale, ha prodotto effetti di disorientamento, di ostilità e di confusione che hanno avuto ricadute molto negative nel mondo della tutela dei minori e sul lavoro degli psicologi, degli assistenti sociali, degli educatori che lavorano a contatto con situazioni di bambini portatori di disagio o presunte vittime di maltrattamento e di abuso.
Il libro cerca di analizzare approfonditamente gli effetti di quello che viene definito il "trauma collettivo di Bibbiano".
L'autore del libro è un gruppo di lavoro: il Comitato Giobbe, che ha sofferto gli effetti del caso Bibbiano, la gogna travolgente contro gli indagati, la scomparsa del garantismo da parte di chi lo invoca solo quando gli fa comodo. Il comitato Giobbe è composto da soggetti portatori di diverse professionalità e da un gruppo di vittime di violenze nell'infanzia.
La prefazione del libro è di Luigi Cancrini psichiatra e psicoterapeuta di formazione psicoanalitica e sistemica. Ha fondato negli anni Settanta il Centro Studi di Terapia Familiare e Relazionale, una delle più importanti scuole di Psicoterapia in Italia, di cui è tuttora Presidente. Seguono tredici post-fazioni curate da: Maria Grazia Apollonio, Franco Barbero, Daniela Diano, Dante Ghezzi, Marianna Giordano, Gianni Guasto, Mariano Iavarone, Annalisa Lucarelli, Andrea Mazzeo, Simona Musco, Piercarlo Pazé, Nadia Somma e Camillo Losana.
Cos’è “Bibbiano”? Un Veleno che ha messo in dubbio una consolidata ricostruzione giudiziaria di una trascorsa vicenda di abusi, trattando i piccoli testimoni come bugiardi e gli operatori come burattinai e affermando l’innocenza di pedofili pluricondannati. È poi un’inchiesta giudiziaria che sembra costruire un teorema alla ricerca di una fantomatica cupola di assistenti sociali, di psicoterapeuti e di un sindaco del Partito democratico. Media e politici impegnati a diffondere la bufala dei bambini torturati con l’elettroshock e “venduti” ad affidatari compiacenti. Un ufficio stampa informale che quotidianamente mette a disposizione dei giornalisti le notizie a senso unico. Il partito della Lega, pronto a cavalcare il caso, volendo vincere a tutti i costi le elezioni dell’Emilia-Romagna, perché conquistare Bologna significa “marciare” su Roma. Milioni di visualizzazioni, like e commenti, alimentati da centinaia di profili sospetti, gestiti con la precisa intenzione di sollevare la massima indignazione popolare possibile sul racconto di bambini strappati alle calde braccia delle mamme. Un processo mediatico eccezionale dove il garantismo muore e gli indagati diventano colpevoli in attesa di giudizio.
Un attacco scatenato al sistema della tutela sociale e giudiziaria dei minori.