Il “Weekend Uomini” 2018, intitolato Est! Est! Est!, si è svolto dal 3 al 6 maggio attraverso i territori della Bosnia Erzegovina.
Ma che cos’è un Weekend Uomini o un Weekend donne?
È un momento che nasce anni fa quando i figli erano piccoli e in alcune delle nostre famiglie erano anche tanti! Nasce così l’idea di organizzare un fine settimana divisi uomini e donne in modo che a turno si potesse avere un momento di riposo, di relazioni, di dialogo. La particolarità di questi weekend è, ancora oggi, che sono organizzati da 2/3 persone estratte a sorte alla fine dell’ultimo weekend e la meta e le attività proposte rimarranno “segrete” fino alla partenza.
Se analizziamo con attenzione la struttura organizzativa dei week end uomini e donne, possiamo ritrovare tutti i carismi della vita comunitaria contrapposta a quella che è l’idea dell’offerta di opportunità.
Ecco perciò la similitudine: quando ci troviamo di fronte ad un distributore automatico abbiamo la possibilità di scegliere il nostro prodotto verificare l’impegno che ci viene richiesto, che in questo caso è solamente economico, e se a noi sta bene premiamo il pulsante che desideriamo noi e solo noi e la macchina eroga.
Mentre i week end uomini e donne hanno sempre funzionato partendo da un concetto diverso. Il distributore propone un solo tasto: partecipo al week end. Non ci sono altre possibilità o sì o no. Sul tasto non viene nemmeno scritto il tipo di prodotto ma sono altri che decidono per noi. Decidono anche quale sarà il tipo d’impegno richiesto. Se tu accetti, la “comunità” intera adotterà ogni tipo di accorgimento affinché tu riesca a beneficiare fino in fondo dell’erogazione proposta. Fiducia, adattabilità, umiltà e “obbedienza”.
Chi eroga il prodotto non è sempre lo stesso distributore, ma ognuno di noi in questi anni è stato distributore e ha mostrato profondo amore verso i beneficiari ponendo attenzione affinché il prodotto che è stato consumato potesse essere gradito, utile, necessario, ricco di relazioni.
Ma ora veniamo al vissuto di questo Week end uomini.
Abbiamo potuto verificare che la Boznia Erzegovina è un territorio complesso che probabilmente vale la pena essere rivisto con calma.
La Bosnia vera è lungo la valle della Drina, a Travnik, a Jajce, sulle strade impervie di montagna e nelle piccole e selvagge vallate dei vari fiumi, tra le ciminiere di Tuzla…
Ma senza aver prima visto Sarajevo, Mostar e la terribile Srebrenica, di tutto il resto si può capire ben poco.
Non vorrei sintetizzare troppo nel dire che abbiamo fatto un viaggio “pesante” visitando luoghi martoriati dall’odio degli uomini. Quando l’uomo ci si mette d’impegno combina dei disastri, o come in questo caso “stermini”. L’aria in certi luoghi sembrava maggiormente pesante e ritrovare il respiro non era facile. Riscontrare lì, come se ce ne fosse stato ancora bisogno, la vicinanza da casa di questa lunga guerra che si è svolta recentemente ci fa riflettere su quanto tutto accade nell’indifferenza totale, anche la nostra!
Ma la storia non insegna nulla, continuano le guerre a noi vicine e le morti nel mare ancora più vicine.
Rientrando siamo passati al volo da Medjougorje, non a caso. Lasciando perdere il credere o no alle apparizioni, rimane il fatto che è un importante luogo di preghiera.
Proprio dalla preghiera vale la pena ripartire o meglio rimanere.
Roberto